POST 34/2022
Con provvedimento emanato lo scorso 8 febbraio 2022 l’Agenzia delle Entrate ha disposto l’invio, come già avvenuto per le annualità relative al 2016 e al 2017, di nuove comunicazioni ai contribuenti che dovessero risultare non compliance relativamente alla dichiarazione delle attività finanziarie detenute all’estero.
Con tali comunicazioni l’Agenzia delle Entrate, in applicazione delle norme contenute nella Legge finanziaria 190/2014 (Finanziaria 2015), mira a favorire l’emersione spontanea degli attivi finanziari detenuti all’estero per gli anni dal 2018 e successivi (quindi a partire dal modello Redditi 2019).
Come noto ai sensi dell’articolo 4 del Dl 167/1990 ogni contribuente persona fisica che detiene attività finanziarie e patrimoniali all’estero è tenuto a segnalarlo al Fisco nella propria dichiarazione dei redditi adempiendo così ai propri obblighi in materia del cd. monitoraggio fiscale.
Attraverso le lettere di compliance, dunque, l’Agenzia delle Entrate rende noto al contribuente eventuali discordanze tra la dichiarazione dei redditi presentata e le informazioni ricevute da parte dell’amministrazione fiscale estera (in attuazione della direttiva DACS 2) invitandolo a:
- fornire informazioni utili a spiegare i motivi delle discordanze dei dati ovvero l’eventuale inesattezza della comunicazione ricevuta;
- provvedere, qualora in difetto, al ravvedimento spontaneo della propria posizione attraverso l’istituto del ravvedimento operoso.
Tuttavia, il ravvedimento operoso è possibile solo in presenza di una dichiarazione dei redditi regolarmente presentata, potendo, solo questa, essere integrata con i dati corretti relativamente alle attività estere contestate.
Le sanzioni in sede di ravvedimento risultano particolarmente ridotte rispetto a quelle ordinarie contenute nell’accertamento diretto dell’Agenzia delle Entrate.
Si ricorda, a tale riguardo, come in tema di monitoraggio le sanzioni ordinarie per le violazioni vanno dal 3% al 15% ovvero dal 6% al 30%, nel caso di detenzione di attivi in paesi cd black list, delle somme non indicate nella dichiarazione dei redditi.
Alberto Simonetti
Dottore Commercialista – Studio EPICA Treviso e Udine