POST 371

Il Consiglio dei
Ministri ha approvato ieri un Decreto Legge denominato “Misure urgenti
per la dignità dei lavoratori e delle imprese
“.

Secondo quanto riportato
nel sito del Governo “il provvedimento mira, in particolare:

·
a limitare l’utilizzo dei
contratti di lavoro a tempo determinato, favorendo i rapporti a tempo
indeterminato
. Si riduce in tal modo il lavoro precario, riservando la
contrattazione a termine ai casi di reale necessità da parte del datore di
lavoro. A questo scopo, si prevede che, fatta salva la possibilità di libera
stipulazione tra le parti del primo contratto a tempo determinato, di durata
comunque non superiore a 12 mesi di lavoro in assenza di specifiche causali, l’eventuale
rinnovo dello stesso sarà possibile esclusivamente a fronte di esigenze
temporanee e limitate. In presenza di una di queste condizioni già a partire
dal primo contratto sarà possibile apporre un termine comunque non superiore a
24 mesi. Al fine di indirizzare i datori di lavoro verso l’utilizzo di forme
contrattuali stabili, inoltre, si prevede l’aumento dello 0,5% del contributo
addizionale – attualmente pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini
previdenziali, a carico del datore di lavoro, per i rapporti di lavoro
subordinato non a tempo indeterminato – in caso di rinnovo del contratto a
tempo determinato, anche in somministrazione;

·
a salvaguardare i livelli
occupazionali e contrastare la delocalizzazione
delle aziende che
abbiano ottenuto aiuti dallo Stato per impiantare, ampliare e sostenere le
proprie attività economiche in Italia;

·
a contrastare il grave fenomeno
della ludopatia
, vietando la pubblicità di giochi o scommesse con vincite
in denaro;

·
a introdurre misure in materia di semplificazione
fiscale
, attraverso la revisione dell’istituto del cosiddetto
“redditometro” in chiave di contrasto all’economia sommersa, il rinvio della
prossima scadenza per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute
(cosiddetto “spesometro”), nonché l’abolizione dello split payment per
le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni dai
professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo
di imposta o a titolo di acconto. Le nuove norme prevedono, innanzitutto, che
il decreto ministeriale che elenca gli elementi indicativi di capacità
contributiva attualmente vigente (redditometro) non ha più effetto per i
controlli ancora da effettuare sull’anno di imposta 2016 e successivi. Inoltre,
si prevede che il Ministero dell’economia e delle finanze possa emanare un
nuovo decreto in merito dopo aver sentito l’ISTAT e le associazioni
maggiormente rappresentative dei consumatori. Con specifico riferimento alle
comunicazioni dei dati di fatturazione relativi al terzo trimestre del 2018,
infine, si interviene prevedendo che gli stessi possono essere trasmessi
telematicamente all’Agenzia delle entrate entro il 28 febbraio 2019, anziché
entro il secondo mese successivo al trimestre”.

Il provvedimento è in corso di
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Diego CAVALIERE
Dottore Commercialista – Studio EPICA –
Treviso